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Quando il vento è di traverso, si fa fatica ad andare avanti e si viene sbattuti a destra e a sinistra dalle raffiche. Quando arrivano folate frontali, l’unica cosa da fare è scendere dalla bici e mettersi a spingere: pedalando si va comunque piano ed inoltre, quando ci si ferma, l’aria è così forte che quasi si indietreggia.

Se escludiamo le mandrie delle “estancie”, sono pochi gli animali che si possono vedere: qualche piccolo uccello, nandù e guanachi.

In mezzo a questo nulla ci sono due paesi: Bajo Caracoles e Tres Lagos, dove si può trovare cibo, acqua e benzina se si viaggia in auto.

Mediamente fa freddo anche in estate con 7-15 gradi ma l’aria fa percepire una temperatura di 0-7 gradi. Da Tres Lagos a El Chaltén la strada è ancora lunga ed in condizioni peggiori di quella appena terminata. Per fortuna noi questa parte l’abbiamo fatta con il bus.

Tempo permettendo, si vedono le vette del Cerro Torre e del Fitz Roy già da lontano sulla pista che porta alla capitale del trekking della Patagonia, El Chaltén. Vale la pena fermarsi qualche giorno in questi luoghi per andare a vedere Laguna Torre, Laguna de Los Tres e il ghiacciaio di Pedras Blancas. Foreste di faggi australi, fiori, montagne innevate e laghetti rendono i trekking, che sono poco impegnativi, ancor più gradevoli ed emozionanti.

Per mancanza di tempo abbiamo dovuto prendere l’autobus per arrivare a El Calafate, punto di partenza per visitare il ghiacciaio del Perito Moreno.

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La ruta 40

La ruta 40

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Con Sergio a El Chaltén

Copyright 2003 Avesani Dimitri